Buio. Caldo e poco spazio per le gambe. Non si vede nessuno sul palco, ma credo che dalla mia posizione –una delle ultime file della galleria- riuscirò sì e no ad apprezzare le teste di Elio e soci, poco altro.
Inizio a pensare che, tutto sommato, a me i concerti in teatro non piacciono, soprattutto se si tratta di un gruppo rock, di quelli che ti mettono voglia di ballare – su discomusic o su born to be abramo voi non vi lascereste trascinare dalla febbre della danza?-. E poi questi posti sono troppo stretti, troppo lontani, c’è troppa gente… insomma, se non mi avessero regalato i biglietti mi sarei già pentito di averli comprati. E poi dai, già che fai un concerto in teatro almeno inizia per tempo, è già tardi. Ah, arriva Elio. Ma è da solo. Dice che tra pioggia e traffico i suoi sodali non ce l’hanno fatta ad arrivare per tempo, quindi inizierà lui, cantando un pezzo a cappella. Incomincia così, e piano piano arrivano tutti gli altri, Mangoni compreso.
Il complessino suona come poche altre band in giro, alternando pezzi nuovi –enlarge your penis è veramente una chicca di genialità- ad altri di qualche tempo fa –quando hanno iniziato cateto ho avuto un colpo al cuore, è da quando ero bambino che me la canticchio e mi rallegra sempre-, tutti introdotti da gag studiate perfettamente, che sembrano sempre spontanee.
A mano a mano che passa il tempo e suonano mi rendo conto che, se non fossi stato seduto, non sarei riuscito ad ascoltare con attenzione i testi delle canzoni e non sarei riuscito a godermi i movimenti di Faso e le sue capacità con il basso. Mentre pensavo a queste cose mi sono reso conto che i concerti che vedi da seduto sono per forza di cose diversi da quelli a cui partecipi. Al di là del sudore, del ballo e del canto stonato di quello dietro di te –a me è capitato di far allontanare la ragazza davanti a me ad un concerto dei REM qualche anno fa, è stato un brutto momento, considerando che a quel concerto ci ero anche andato da solo… ma questa è un’altra storia-, vivi in maniera differente tutto quanto, perché stando seduto sei obbligato ad ascoltare effettivamente chi sta lì a suonare. È una condizione molto favorevole se non conosci il gruppo in questione, o anche una sfida se, come in questo caso, puoi scoprire che oltre ai testi, c’è una preparazione tecnica che stupisce ogni volta.
Nel corso del concerto rendono omaggio a Feiez, il sassofonista morto anni fa, e a Lucio Dalla, mancato qualche giorno prima, eseguendo Psichedelia e facendola finire ad una registrazione in cui cantava proprio Dalla. Senza grandi proclami di amicizia, solo un tributo fatto bene, come credo avrebbero voluto entrambi.
finalmente è tornato sulle scene..ci eri mancato!
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