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Faccia da Pirlo

"Il portiere mi sembrava molto sicuro di sè, anche negli atteggiamenti durante i rigori, quindi bisognava fargli abbassare un pò le ali".

Evento!! Mercoledì 18 Dicembre: SenzaMoneta - Festa di Natale

Festa di Natale del quartiere Barriera di Milano, Mercoledì pomeriggio nella sala polivalente di Via Leoncavallo 27, oltre al mercatino del baratto ci saranno altri eventi per tutti per tutto il giorno.

Evento!! Domenica 11 Novembre ore 18.00: Birthday Jumble Shanti & Scianti

Domenica 11 Novembre, per festeggiare il compleanno del circolo ARCI Shanti & Scianti, siete invitati a portare tutto quel che volete scambiare per scatenare una nuova Jumble!

Soffocare al 40%


Se questo fosse un blog come tutti gli altri posterei un articolo più o meno come questo:

Less Money Best Food


C'è un argomento fondamentale di cui non abbiamo ancora parlato su questo blog, un argomento fondamentale per vivere ma soprattutto per farlo senza soldi: il cibo. Soprattutto perchè credo che risparmiare sul cibo possa portare in molti casi anche a mangiare meglio!

Fenomenologia dell'acquisto


Pomeriggio uggioso, settimana pesante, nulla in tv da guardare. Cosa faccio? Un the? Un caffè? Faccio un giro in centro o in quel negozio sportivo! Entro nel mio negozio sportivo preferito, che mi accoglie nelle sue braccia riscaldate di aria tiepida, oppure mi avvolge di un fresco e ristoratore abbraccio di aria

Perchè la Bici? Tecnicismi..

In percorsi urbani la bici è il mezzo più veloce con percorsi sotto i 6 km

La bicicletta non è solo un mezzo di trasporto più sostenibile per l'ambiente, più salutare e più economico; grazie all'annullamento quasi totale del tempi di parcheggio e alla maggiore agilità dell bici nel traffico, per gli spostamenti in città fino ai 6 km la bicicletta si dimostra più veloce ed efficiente dell'auto.

Less Money More Christmas


Siccome l'argomento Natale, così sentito e discusso in questi giorni, ci stuzzicava abbiamo deciso di scrivere un post sotto forma di botta e risposta. Ecco qua i primi due contributi.

il 3X2 e l'effetto rimbalzo.

Nel 2009 è stato varato il piano di riduzione delle emissioni del gas serra nella comunità europea. In sostanza i membri si impegnano a ridurre del 20% l'emissione di gas ad effetto serra (CO2, metano, esafluoro di zolfo e molti altri) seguendo un piano di efficienza energetica.

Politiche facili facili di risparmio energetico


Data la situazione Energetica italo-mondiale è ora di fare un po' di politica! Politica in questo caso vuol dire guardarsi attorno e parlare di quello che si può fare per migliorare le condizioni di tutti secondo le proprie competenze. Io credo che le azioni politiche più forti e importanti si possano fare nei luoghi che si conoscono meglio,

Martin Caparros - Contro gli ecologisti

Una cosa che mi dà fastidio ma che mi piace molto è quando tu hai un'idea nuova, capisci qualcosa ricavandolo da vari fattori che hai analizzato e te la tieni li e al massimo ne parli coi tuoi amici. Poi dopo un pò di tempo, due anni in questo caso, leggi un articolo di Internazionale e ci trovi la tua idea bel bella sbandierata ai quattro venti.

Torino come Copenaghen

Sono in viaggio sul ponte-galleria sull'Øresund, che collega Danimarca e Svezia. Il punto in cui le coste delle due nazioni distano meno è tra le città di Helsingborg e Helsingør (Amleto). Questa città ha però deciso che stavano bene così e che non volevano il ponte perchè avrebbe portato troppo traffico e movimento di merci. Il punto prescelto allora si spostò a sud tra Copenaghen e Malmö e si decise di fare il collegamento metà come ponte e metà come galleria, ma non ho capito bene perchè. Forse farlo tutto ponte era difficoltoso per il passaggio delle navi ed era rischioso per il vicino aeroporto (i piloni del ponte attuale sono la cosa più alta costruita in svezia). Fare tutto galleria forse era troppo costoso o rischioso e allora si decise per metà e metà. Bisognava quindi creare una specie di isola dove la galleria potesse emergere e collegarsi al ponte. Il fatto è che tra queste due città esisteva già un'isola brulla, Saltholm, che poteva essere usata per questo, ma per ragioni naturalistiche e storiche l'isola fu lasciata intatta. Ne costruirono una artificiale con gli scarti di movimentazione terra della costruzione delle due opere e fu chiamata Peberholm per simpatia. Quest'isola oggi è volutamente inaccessibile all'uomo (ci si può solo passare in treno o in autostrada) perchè così si può sperimentare e osservare come la natura prende posseso di un nuovo ambiente.

Copenaghen non è la città perfetta in assoluto, Copenaghen per me è solo migliore, nel senso che forse Copenaghen è migliore di Torino per quello che può interessare a un ragazzo italiano venticinquenne. Copenaghen non ha niente di particolare per cui è migliore, ma è l'atmosfera generale che aleggia sulle cose a renderla così, qua la chiamano hyggelig, che forse ha la stessa radice dell'inglese hug (abbraccio) o forse no, ma a stare a Copenaghen ci si sente in qualche modo abbracciati. Hai come la sensazione che la città ti stia accogliendo, ti stava aspettando e sia proprio di contenta di vederti e tutti gli abitanti recitino la loro parte e sembrano tutti interessati a te. Come il ladro che mi ha fregato il portafoglio la prima sera, ma questa è un'altra storia e poi me l'ha ridato.

Questa atmosfera la chiamano Hyggelig e la pronunciano in un altro modo perchè il danese è una lingua balorda con una pronuncia random. Comunque la maggior parte dei ragazzi italiani che sono qui attribuiscono il merito della bellezza di questa città alle ragazze che ci sono qui, un biondume diffuso che rallegrerebbe chiunque; ma secondo me c'è dell'altro sotto e sopratutto che questa "bella presenza" sia più un effetto dell'atmosfera che una causa.
Parlando con la gente mi chiedevo quali potessero essere le cause e pensavo se anche Torino potesse ottenere un pò di questa atmosfera.

Prima di tutto parliamo di donne, credo che la prima impressione è che siano tantissime e bellissime. Però io non credo che a Copenaghen ci siano il 70% di femmine e il 30 di maschi e penso che, esaminate con cura invece che sulla scia di ormoni ed entusiasmo, non siano molto più belle che da altre parti. Probabilmente tutto è dovuto al comportamento degli uomini, che rinunciando ad un forzato primato e alla voglia di controllo e dominazione si sono serenamente ritirati per fare quello che più gli piace: bere, dormire, lavorare, svaccarsi, studiare, stare al computer in mutande, giocare agli sport. Questo al posto di sentirsi obbligati a fare, apparire, urlare per sentirsi forti e migliori. Gli uomini hanno rinunciato a farsi la guerra tra loro! La sera nei locali non c'è un'aria di sfida per conquistarsi le ragazze, non si considerano come avversari da sconfiggere, ma piuttosto come compagni della stessa battaglia con cui spalleggiarsi e offrirsi da bere.
Quindi non è che ci sono tante donne in giro ma è che ci sono pochi uomini! On the other hand le donne sono nate per girare, chiacchierare, perdere tempo fuori casa e lo fanno alla grande, in scioltezza, very easily, senza preoccuparsi di chi le sta a guardà. Questo spiega perchè ce ne sono di più, mentre il fatto che siano più belle è per il noto teorema per cui le donne in gruppo appaiono più belle che prese singolarmente. In ogni caso il DNA è dalla loro parte.
Gli uomini si sono relegati al ruolo che ci spetta e le donne hanno preso in mano la situazione tranquillamente con decisione, facendo finta che nulla sia successo.
Un esempio di questo sono le famiglie in bici, il padre con la bici e la madre che tira il carretto con bambino/i/spesa. L'uomo va avanti, indietro, veloce, rallenta, guarda, crede di controllare ma il vero centro della situazione è la donna e tutto gira intorno a lei anche se non sembra.

Le bici sono sicuramente un elemento fondante di questa atmosfera; non è che Copenaghen è migliore se girata in bici e che le atre città sono peggiori se non girate in bici! Qua l'hanno capito, milioni di bici, strade per le bici, semafori per bici, ponti per bici, parcheggi multipiano per bici, negozi di accessori per bici.
In generale le bici sono diverse da quelle che ci sono a Torino. Freno a contropedale dietro, cambio nel mozzo, freno sul manubrio davanti, cestini e portapacchi, luci con dinamo senza attito e simpatici portachiavi luminosi in caso di necessità, manubri di ogni comoda forma. Il lucchetto è montato direttamente sulla ruota dietro e la blocca quando si chiude, le bici non si legano ai pali così è più comodo, si può lasciare ovunque ed è anche più estetico. Però poi la bici la ritrovi e non sono sicuro che qua succederebbe lo stesso. Nei parcheggi si possono trovare bici slegate, se servono si usano e si lasciano slegate nel parcheggio di destinazione. Il bike-sharing funziona come i carrelli, si mette la moneta, si usa, si riattacca e si riprende la moneta, perchè non ci abbiamo pensato anche noi? Poi queste biciclettine magari uno non la riporta sempre alla base, le lascia per strada con la monetina inserita in attesa che servano a qualcun'altro.

La bici meglio della macchina anche perchè la macchina non è uno status symbol, i danesi si vergognano un pò di mostrare la propria ricchezza, che comunque sembra essere diffusa. Cercano anche di nascondere la povertà, in giro nessuno chiede l'elemosina cercando la pena dei passanti e nessuno vende le rose, si vede della gente che fa dei lavori anche più umilianti ma in genere nessuno viene a disturbarti direttamente quando sei in giro. Al posto che chiederti spicci, la gente che ne ha bisogno gira e raccoglie lattine e bottiglie vuote da riportare nei negozi. E siccome è anche pieno di gente che si beve una birra per strada e non sa dove buttare i vuoti si crea questa tipica situazione win-win copenaghenesca e fa molto atmosfera.

Mi è sembrato che in generale i danesi preferiscano lavorare 6 ore e gudagnare tot che lavorarne 10 e gudagnare di più, anche perchè uno dei grandi desideri di tutti e aspettare che esca un pò di sole e buttarsi in un prato, piazza, parco, giustamente. Il fatto che anche lavorando 6 ore si possa vivere bene è perchè gli stipendi sono buoni per tutti, mentre da noi o guadagni troppo o troppo poco. Questo però non è merito dell'atmosfera ma della socialdemocrazia scandinava, che sarebbe da provare, anche se forse è solo un modo un pò più efficace del nostro di sfruttare secoli di dominazione politica e qualche decennio di dominazione economica, ma questa è un'altra storia.
In ogn caso anche noi dovremmo riconquistare i parchi togliendoli ai piccioni, che a Copenaghen sono molto più belli perchè hanno dei dettagli bianchi e una piumatura lucente, ma penso che sia merito del mare e noi torinesi non possiamo fare molto.

L'ultima cosa che fa un sacco atmosfera ed è facilmente copiabile è il giallo ai semafori insieme al rosso due secondi prima che scatti il verde. Questo ti permette di rilassarti al semaforo, ma soprattuto di capire se devi proprio fermarti e mettere il piede a terra opppure basta rallentare. Accoppiata ad una pianificazione urbanistica non selvaggia e un pò ragionata sarebbe poi il massimo, ma so che questo sarebbe impossibile qua da noi.

E pensiamo che partiamo avantaggiatissimi avendo noi a differenza loro una lingua bellissima e funzionale alla comunicazione, una clima degno di questo nome senza raffiche di vento gelido e ghiaccio, cibo ottimo con grandissima capacità di cucinarlo e gustarlo e soprattutto Torino non puzza di muffa come Copenaghen.
Poi quando avremo raggiunto un po di atmosfera e potremo pensare a passare al livello successivo introdurremo i semafori prima per i pedoni poi per le bici e poi per le macchine, così che gli automobilisti nervosi che deturpano le nostre città si rassegnino a passare dopo e a calmarsi una volta per tutte, introdurremo le università gratis per stranieri e pagate per gli italiani, gli anni sabbatici, i festival di musica elettronica di quartiere, il croquet e le bandierine nazionali alle feste di compleanno.

Il signor Jonas

Da mezzogiorno al tramonto, e da mezzanotte all'alba, un uomo, il suo cavallo e un carro costituivano una delle viste più familiari a Green Town: non c'era nessuno, fra i ventiseimilatrecentoquarantanove abitanti della città, che non sapesse riconoscerlo.
Nel bel mezzo della giornata, e senza apparente ragione, i ragazzini s'immobilizzavano in mezzo alle strade e alla fine gridavano:
"Arriva il signor Jonas!"
" Ecco Ned!"
"Là, vedo il carro."
I vecchi, o comunque gli adulti, sondavano invano i quattro punti cardinali e non vedevano segno nè di Jonas nè del cavallo chiamato Ned e neppure del carro, che era un Conestoga rotto a tutte le esperienze della prateria, sulla quale salpava come una nave in mare. Bisognava chiedere in prestito l'orecchio di un cane e sintonizzarlo sui toni alti: allora si sentiva a chilometri di distanza il canto del signor Jonas, simile a quello di un rabbino in una terra ostile o di un musulmano in una torre. La voce del signor Jonas lo precedeva di parecchio, sicchè la gente sapeva che lui stava arrivando con mezz'ora o anche un'ora di anticipo. E quando finalmente il carro appariva, i marciapiedi si riempivano di bambini come per una parata.
Ecco il carro con un ombrello verde smeraldo sul posto di guida, ecco le redini che scorrevano come acqua e sabbia fra le mani gentili del signor Jonas; ed ecco lui in persona che arrivava cantando.

Roba vecchia, roba vecchia?
No, signore, non robavecchia!
Roba vecchia, roba vecchia?
No, signora, non robavecchia!
Cianfrusaglie, nacchere,
ferri da calza e maschere!
Curiosità, sorprese,
Camicette e pietre preziose!
Però... roba vecchia,
Roba vecchia?
No, signore, non robavecchia!

Chiunque avesse sentito le canzoni che il signor Jonas inventava attraversando la città avrebbe capito che non era un normale robivecchi. Le apparenze dicevano di sì, perchè portava pantaloni di velluto gualciti e un berretto ornato di vecchi distintivi delle campagne presidenziali, alcuni risalenti a prima di Manila Bay. Ma a parte questo era un uomo strano, non solo visitava la città quando era giorno, ma spesso lo si vedeva sgusciare fra le strade illuminate dalla luna nel cuore della notte. Passava in rassegna le isole umane, i quartieri dove avevano vissuto quelli che aveva conosciuto nella sua lunga vita. Nel carro, poi, trasportava qualunque cosa: roba presa qui e là, di cui non si liberava finchè non aveva trovato chi ne avesse bisogno. Quando questo si verificava, la persona non aveva altro da dire che: "Voglio quell'orologio" o "Quel materasso" e Jonas glielo dava, senza chiedere denaro in cambio, dopodichè si rimetteva in viaggio studiando le parole della prossima canzone.
Spesso succedeva che alle tre del mattino lui fosse il solo essere vivente in tutta Green Town; se qualcuno si svegliava col mal di testa e lo vedeva deambulare sotto la luna usciva di casa per chiedergli se avesse dell'aspirina; naturalmente ce l'aveva. Più di una volta, alle quattro del mattino, aveva aiutato a far nascere un bambino, e in quelle occasioni la gente aveva notato che le sue mani e le sue unghie erano incredibilmente pulite, tanto da far pensare a quelle di un uomo ricco che conduce un'esistenza segreta in un posto lontano. A volte il signor Jonas dava un passaggio a chi andava a lavorare in centro, e a volte, quando qualcuno non riusciva a dormire, si sedeva a fargli compagnia Sul portico e magari gli offriva un sigaro; e insieme chiacchieravano aspettando l'alba.
Chiunque o qualunque cosa fosse, il signor Jonas non era un matto. Come lui stesso aveva spiegato più volte, cortesemente, un giorno si era stancato della sua vita di uomo d'affari a Chicago e aveva pensato al modo migliore di trascorrere il resto della vita. Non poteva soffrire le chiese, benchè ne approvasse la parte morale, e siccome aveva la vocazione un po' del predicatore e un po' del divulgatore, aveva comprato un carro e un cavallo e aveva consacrato il resto della vita alla seguente missione: fare in modo che quello che una parte della città buttava, l'altra parte potesse recuperarlo. Il signor Jonas si considerava un processo fisico vivente, una sorta di osmosi che permetteva alle varie culture racchiuse nei confini della città di entrare in contatto le une con le altre. Non sopportava gli sprechi, perchè sapeva che ciò che uno butta via può essere un lusso per altri.
Era per questo che gli adulti, e in special modo i bambini, si affollavano intorno al tesoro contenuto nel carro.
"Ricordatevi", diceva sempre il signor Jonas. "Potete avere quello che volete, se veramente lo volete. Per fare la prova domandatevi: lo voglio veramente con tutto me stesso? Potrei sopravvivere se non l'avessi? Se la risposta è che al tramonto, senza quella data cosa, morireste, prendetevela e scappate. Sarò felice di lasciarvela."
E i bambini frugavano tra vasti mucchi di tessuti e broccati, fra rotoli di carta da parati e portacenere di marmo, tra vestiti e monopattini e grandi poltrone imbottite e lampadari di cristallo. Per un po' non si sentivano che fruscii, battiti, tintinnii. Il signor Jonas guardava, fumando tranquillamente la pipa, e i bambini sapevano che guardava. A volte le mani si allungavano verso un gioco di scacchi, una collana o una vecchia sedia, e appena toccavano l'oggetto alzavano gli occhi e incontravano quelli del signor Jonas, silenziosamente interrogativi. Allora scostavano le mani e procedevano oltre. Finalmente ognuno aveva trovato il suo oggetto, e stavolta le mani rimanevano. Le facce si alzavano verso il signor Jonas, ed erano così radiose che lui scoppiava a ridere. Poi il signor Jonas si schermiva con una mano, come per difendersi da tutta quella contentezza. Si copriva gli occhi un momento e a quel segnale i bambini gridavano il loro "grazie!" e scappavano con i monopattini, le tegole d'argilla o le pistole giocattolo di cui si erano impadroniti.
Ma dopo qualche minuto ognuno tornava con qualcosa di suo, una bambola o un gioco di cui si era stancato, un oggetto che non divertiva più (come succede con la gomma: prima è buona, poi perde ogni gusto). Il signor Jonas avrebbe portato quelle cose nelle altre zone della città, dove, viste per la prima volta, avrebbero goduto di una nuova vita. Gli oggetti scambiati venivano timidamente gettati nel carro, fra le mille altre mercanzie, e allora il signor Jonas si allontanava, cantando, su ruote che giravano come girasoli...

Roba vecchia, roba vecchia?
No, signore, non robavecchia!
No, signora, non robavecchia!

E infine scompariva, e solo i cani, nelle ombre fra gli alberi, sentivano il rabbino del deserto e agitavano la coda...
... Roba vecchia...
In dissolvenza.
... Roba vecchia...
Un sussurro.
... Roba vecchia... Ed era sparito.
Finalmente i cani potevano dormire.


Tratto da Un'estate incantata di Ray Bradbury comprato ad 1 euro da triciclo

Freecycle: il Riuso si fa Community

Freecycle è la comunità del riuso mondiale. Si tratta di una piattaforma che mette in contatto tutti coloro che preferiscono regalare un oggetto invece di gettarlo via. Attraverso una semplicissima registrazione al sito di riferimento della sezione della propria città o provincia, si può accedere alla newsletter che viene inviata periodicamente (dipende dal numero di annunci) dai gestori dei network locali, con tutte le inserzioni degli oggetti che vengono regalati. Si tratta di un ottimo modo di liberare cantine stipate di roba vecchia oppure di arredare un salotto spoglio con un vecchio divano letto o un bel poster datato!


Freecycle HowTo: Come ci si iscrive a Freecycle?

La maggior parte dei gruppi Freecycle sono mailing list gestite da Yahoo Groups (ad esempio la pagina del gruppo di Torino è questa http://it.groups.yahoo.com/group/Torino_Freecycle/) ma per ricevere le mail NON È NECESSARIO iscriversi a Yahoo.

Basta mandare una mail dal vostro indirizzo a Torino_Freecycle-subscribe@yahoogroups.com e aspettare la mail di conferma. Arrivata la mail dovrete semplicemente rispondere o in alternativa andare sul link indicato.
Se scegliete la seconda opzione, andando a iscrivervi dal sito, si aprirà una pagina di presentazione che vi chiederà di entrare nel gruppo. Se cliccate su quel link però dovrete registrarvi a Yahoo, cosa che io vi sconsiglio di fare. Per ricevere la mailing list semplicemente dovrete invece cliccare sul link presente nell'ultima frase "in alternativa puoi iscriverti alla mailing list".

Facendo così inizierete a ricevere due-tre volte a settimana le fantastiche mail di freecycle, a quel punto se c'è qualcosa che vi interessa dovrete semplicemente rispondere a chi vi ha scritto la mail.

Se siete già iscritti a Yahoo o volete iscrivervi, avrete la possibilità di leggere gli annunci arretrati e di vedere alcune foto relative agli annunci presenti sulla pagina del gruppo.


Freccycle HowTo: Come si manda un messaggio?

Se avete qualcosa da regalare, che non vi serve più e non vorreste buttare, basta mandare una mail a Torino_Freecycle@yahoogroups.com e aspettare che qualcuno si faccia vivo per venire a prenderla!

Se stai per comprare qualcosa, qualsiasi cosa, sappi che da qualche parte c'è qualcuno che la sta buttando via.
Se stai per buttare qualcosa, qualsiasi cosa, sappi che qualcuno la sta cercando, ed è più vicino di quel che pensi!