VITA STANZIALE


E' quella che purtroppo pratico io. Lavoro e accise varie tappano le ali anche ai più intrepidi. Prendiamo il campeggio in cui abito. Penso che per pochi sia una scelta, per nessuno tranne uno, se consideriamo i miei vicini. La decisione si basa dunque su spinte economiche.
Sebbene, a considerare tutto quanto, non si risparmi tanto di più che condividere un appartamento con altri studenti, rispetto ad una vita da single in un alloggio è senz'altro vantaggiosa. Conosco addirittura una famiglia che vive in roulotte più veranda, ma ripeto...se non lo si sceglie è tutt'altro che romantico.
Rimane, per me, il fascino di un'esistenza minimale, di una differente percezione di interno/esterno, di un' urbanistica umana, dell'odore di letame dei campi di Caselette che ti abbraccia nei mesi autunnali. Rimane l'avere una buona ragione per pubblicare su Vivere Senza Soldi.
A giudicare da quel campione popolazione che mi circonda, non esiste uno “stile” proprio del camperista stanziale. Si va dalle mega istallazioni di verande, frighi e cucine davanti al proprio mezzo, alle roulottes più scarne...sino alla semplice decadenza della mia piazzola.
La comodità dell'essere parcheggiati in una struttura corrisponde ad avere nell'ordine: doccia calda gratis, water caldo su cui appoggiare le proprie chiappette ghiacciate, lavatrice e asciugatrice.
Lo stile e la tecnica del vestiario restano quella del nomade: un look perenne da giornata di pioggia autunnale.
Penso (sogno e progetto) che la soluzione migliore possa essere una sorta di co-housing misto. Trovare, quindi, un gruppo di persone che voglia condividere una casa indipendente, con un cortile in cui parcheggiare i propri mezzi e condividere alcuni servizi.

Nessun commento:

Posta un commento