Torino come Copenaghen

Sono in viaggio sul ponte-galleria sull'Øresund, che collega Danimarca e Svezia. Il punto in cui le coste delle due nazioni distano meno è tra le città di Helsingborg e Helsingør (Amleto). Questa città ha però deciso che stavano bene così e che non volevano il ponte perchè avrebbe portato troppo traffico e movimento di merci. Il punto prescelto allora si spostò a sud tra Copenaghen e Malmö e si decise di fare il collegamento metà come ponte e metà come galleria, ma non ho capito bene perchè. Forse farlo tutto ponte era difficoltoso per il passaggio delle navi ed era rischioso per il vicino aeroporto (i piloni del ponte attuale sono la cosa più alta costruita in svezia). Fare tutto galleria forse era troppo costoso o rischioso e allora si decise per metà e metà. Bisognava quindi creare una specie di isola dove la galleria potesse emergere e collegarsi al ponte. Il fatto è che tra queste due città esisteva già un'isola brulla, Saltholm, che poteva essere usata per questo, ma per ragioni naturalistiche e storiche l'isola fu lasciata intatta. Ne costruirono una artificiale con gli scarti di movimentazione terra della costruzione delle due opere e fu chiamata Peberholm per simpatia. Quest'isola oggi è volutamente inaccessibile all'uomo (ci si può solo passare in treno o in autostrada) perchè così si può sperimentare e osservare come la natura prende posseso di un nuovo ambiente.

Copenaghen non è la città perfetta in assoluto, Copenaghen per me è solo migliore, nel senso che forse Copenaghen è migliore di Torino per quello che può interessare a un ragazzo italiano venticinquenne. Copenaghen non ha niente di particolare per cui è migliore, ma è l'atmosfera generale che aleggia sulle cose a renderla così, qua la chiamano hyggelig, che forse ha la stessa radice dell'inglese hug (abbraccio) o forse no, ma a stare a Copenaghen ci si sente in qualche modo abbracciati. Hai come la sensazione che la città ti stia accogliendo, ti stava aspettando e sia proprio di contenta di vederti e tutti gli abitanti recitino la loro parte e sembrano tutti interessati a te. Come il ladro che mi ha fregato il portafoglio la prima sera, ma questa è un'altra storia e poi me l'ha ridato.

Questa atmosfera la chiamano Hyggelig e la pronunciano in un altro modo perchè il danese è una lingua balorda con una pronuncia random. Comunque la maggior parte dei ragazzi italiani che sono qui attribuiscono il merito della bellezza di questa città alle ragazze che ci sono qui, un biondume diffuso che rallegrerebbe chiunque; ma secondo me c'è dell'altro sotto e sopratutto che questa "bella presenza" sia più un effetto dell'atmosfera che una causa.
Parlando con la gente mi chiedevo quali potessero essere le cause e pensavo se anche Torino potesse ottenere un pò di questa atmosfera.

Prima di tutto parliamo di donne, credo che la prima impressione è che siano tantissime e bellissime. Però io non credo che a Copenaghen ci siano il 70% di femmine e il 30 di maschi e penso che, esaminate con cura invece che sulla scia di ormoni ed entusiasmo, non siano molto più belle che da altre parti. Probabilmente tutto è dovuto al comportamento degli uomini, che rinunciando ad un forzato primato e alla voglia di controllo e dominazione si sono serenamente ritirati per fare quello che più gli piace: bere, dormire, lavorare, svaccarsi, studiare, stare al computer in mutande, giocare agli sport. Questo al posto di sentirsi obbligati a fare, apparire, urlare per sentirsi forti e migliori. Gli uomini hanno rinunciato a farsi la guerra tra loro! La sera nei locali non c'è un'aria di sfida per conquistarsi le ragazze, non si considerano come avversari da sconfiggere, ma piuttosto come compagni della stessa battaglia con cui spalleggiarsi e offrirsi da bere.
Quindi non è che ci sono tante donne in giro ma è che ci sono pochi uomini! On the other hand le donne sono nate per girare, chiacchierare, perdere tempo fuori casa e lo fanno alla grande, in scioltezza, very easily, senza preoccuparsi di chi le sta a guardà. Questo spiega perchè ce ne sono di più, mentre il fatto che siano più belle è per il noto teorema per cui le donne in gruppo appaiono più belle che prese singolarmente. In ogni caso il DNA è dalla loro parte.
Gli uomini si sono relegati al ruolo che ci spetta e le donne hanno preso in mano la situazione tranquillamente con decisione, facendo finta che nulla sia successo.
Un esempio di questo sono le famiglie in bici, il padre con la bici e la madre che tira il carretto con bambino/i/spesa. L'uomo va avanti, indietro, veloce, rallenta, guarda, crede di controllare ma il vero centro della situazione è la donna e tutto gira intorno a lei anche se non sembra.

Le bici sono sicuramente un elemento fondante di questa atmosfera; non è che Copenaghen è migliore se girata in bici e che le atre città sono peggiori se non girate in bici! Qua l'hanno capito, milioni di bici, strade per le bici, semafori per bici, ponti per bici, parcheggi multipiano per bici, negozi di accessori per bici.
In generale le bici sono diverse da quelle che ci sono a Torino. Freno a contropedale dietro, cambio nel mozzo, freno sul manubrio davanti, cestini e portapacchi, luci con dinamo senza attito e simpatici portachiavi luminosi in caso di necessità, manubri di ogni comoda forma. Il lucchetto è montato direttamente sulla ruota dietro e la blocca quando si chiude, le bici non si legano ai pali così è più comodo, si può lasciare ovunque ed è anche più estetico. Però poi la bici la ritrovi e non sono sicuro che qua succederebbe lo stesso. Nei parcheggi si possono trovare bici slegate, se servono si usano e si lasciano slegate nel parcheggio di destinazione. Il bike-sharing funziona come i carrelli, si mette la moneta, si usa, si riattacca e si riprende la moneta, perchè non ci abbiamo pensato anche noi? Poi queste biciclettine magari uno non la riporta sempre alla base, le lascia per strada con la monetina inserita in attesa che servano a qualcun'altro.

La bici meglio della macchina anche perchè la macchina non è uno status symbol, i danesi si vergognano un pò di mostrare la propria ricchezza, che comunque sembra essere diffusa. Cercano anche di nascondere la povertà, in giro nessuno chiede l'elemosina cercando la pena dei passanti e nessuno vende le rose, si vede della gente che fa dei lavori anche più umilianti ma in genere nessuno viene a disturbarti direttamente quando sei in giro. Al posto che chiederti spicci, la gente che ne ha bisogno gira e raccoglie lattine e bottiglie vuote da riportare nei negozi. E siccome è anche pieno di gente che si beve una birra per strada e non sa dove buttare i vuoti si crea questa tipica situazione win-win copenaghenesca e fa molto atmosfera.

Mi è sembrato che in generale i danesi preferiscano lavorare 6 ore e gudagnare tot che lavorarne 10 e gudagnare di più, anche perchè uno dei grandi desideri di tutti e aspettare che esca un pò di sole e buttarsi in un prato, piazza, parco, giustamente. Il fatto che anche lavorando 6 ore si possa vivere bene è perchè gli stipendi sono buoni per tutti, mentre da noi o guadagni troppo o troppo poco. Questo però non è merito dell'atmosfera ma della socialdemocrazia scandinava, che sarebbe da provare, anche se forse è solo un modo un pò più efficace del nostro di sfruttare secoli di dominazione politica e qualche decennio di dominazione economica, ma questa è un'altra storia.
In ogn caso anche noi dovremmo riconquistare i parchi togliendoli ai piccioni, che a Copenaghen sono molto più belli perchè hanno dei dettagli bianchi e una piumatura lucente, ma penso che sia merito del mare e noi torinesi non possiamo fare molto.

L'ultima cosa che fa un sacco atmosfera ed è facilmente copiabile è il giallo ai semafori insieme al rosso due secondi prima che scatti il verde. Questo ti permette di rilassarti al semaforo, ma soprattuto di capire se devi proprio fermarti e mettere il piede a terra opppure basta rallentare. Accoppiata ad una pianificazione urbanistica non selvaggia e un pò ragionata sarebbe poi il massimo, ma so che questo sarebbe impossibile qua da noi.

E pensiamo che partiamo avantaggiatissimi avendo noi a differenza loro una lingua bellissima e funzionale alla comunicazione, una clima degno di questo nome senza raffiche di vento gelido e ghiaccio, cibo ottimo con grandissima capacità di cucinarlo e gustarlo e soprattutto Torino non puzza di muffa come Copenaghen.
Poi quando avremo raggiunto un po di atmosfera e potremo pensare a passare al livello successivo introdurremo i semafori prima per i pedoni poi per le bici e poi per le macchine, così che gli automobilisti nervosi che deturpano le nostre città si rassegnino a passare dopo e a calmarsi una volta per tutte, introdurremo le università gratis per stranieri e pagate per gli italiani, gli anni sabbatici, i festival di musica elettronica di quartiere, il croquet e le bandierine nazionali alle feste di compleanno.

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