Iosonouncane + I Cani: Power to the –nerd- people


Lo dico subito: sono arrivato alla maison musique quasi per sfida, come se aspettassi al varco qualcuno per confermare la mia idea negativa. Tutto faceva presupporre male (mettere in una serata dei musicisti per assonanza mi è sembrato veramente crudele), sentivo già la mia vocina che gongolava.
Arriva Iosonouncane e si presenta maluccio, con una frase da professore delle superiori, tipo “se dovete parlare quella è la porta”. Aria di sfida oltre i livelli di guardia, ma vediamo cosa fa con tutti quegli strani aggeggi. E faccio bene, perché il suo set è veramente bello, composto da una serie di campionamenti in loop, con voce distorta. Elettronica fatta sul momento, industrial scarno –non sono un mago delle etichette, ma credo che possa starci-; in mezzo ci mette anche due pezzi solo voce e chitarra, che però perdono la marcia in più dell’originalità. Sui testi non posso garantire, ma chi li ha letti con un minimo di attenzione sembra apprezzarli. In generale gran bell’esibizione, originale e varia, ci sarebbe quasi stato da ballare, ma sarei stato da solo.
Dopo 40 minuti salgono I cani; si balla e si poga, mentre noto che ampia rappresentanza del corrispettivo sabaudo dei pariolini di 18 anni di cui cantano è presente lì a scatenarsi. Ho un debole per l’ironia situazionale, lo ammetto.
Tutto sommato scorre anche il loro concerto, il cantante è oggettivamente stonato, ma non sembra accorgersene nessuno. Gli strumentisti suonano bene, forse stando troppo attenti a conservare l’aria da nerd, senza muoversi per non scompigliare la riga di lato e per non far uscire la camicia dai pantaloni, che poi magari spunta dal cardigan. A metà ci infilano anche Con un deca degli 883, che sembra anche piacere, mentre durante Velleità, ultimo pezzo, il cantante sfoggia un gran coraggio, urlando in mezzo al pogo. Lodevole intenzione, mi è piaciuto.
All’uscita la frase più sentita era “pensavo peggio”. È vero. Non sono particolarmente vari per loro stessa ammissione, probabilmente non pagherei per sentirli, ma un concerto gratuito si vede volentieri. Certo, stride il contrasto tra il suono “cuore e polmoni” post-punk senza velleità artistiche con l’immagine da perfettini imbellettati e la stasi che sembra perfettamente studiata dei musicisti. Come mettere Pepe a fare il fantasista… d’altronde sembra funzioni.

2 commenti:

  1. ma quest'uomo è un genio!!!....oppure è altamente ubriaco....

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  2. Anche io ho ancora dei dubbi..senz'altro valido!

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