Less Money More Christmas


Siccome l'argomento Natale, così sentito e discusso in questi giorni, ci stuzzicava abbiamo deciso di scrivere un post sotto forma di botta e risposta. Ecco qua i primi due contributi.

Penso che il Natale sia una delle espressioni più evidenti di una società inconsapevole della propria voracità e turbinio. Scartiamo miliardi di regali con famelica ed effimera curiosità, mangiamo tonnellate di panettoni, scartiamo tonnellate di uvetta. A capodanno abbiamo già dimenticato i regali che abbiamo ricevuto 6 giorni prima.
Il regalo infatti è un obbligo. Se non regali l'oggetto per natale non vuoi bene. Sono riusciti ad insegnarci che l'amore si trasmette attraverso un oggetto. Il regalo, l'ostentazione dello stesso è direttamente proporzionale all'amore. Esistono usanze relative al regalo alquanto singolari a mio modo di vedere: la festa di Natale con i colleghi. Spesso la conoscenza dei gusti delle persone con cui si lavora è abbastanza limitata, quindi non si possono fare dei regali ad hoc per tutti da scambiarsi alla festa, quindi ognuno porta un regalo, che viene poi distribuito casualmente tra i partecipanti. Il regalo in tal caso non ha nessun significato. Un regalo casuale da una persona casuale. A che scopo?
Acquistare e consumare oggetti, eccita. Il solo tragitto dallo scaffale alla cassa ci appaga, perché è così che si raggiunge la felicità, avendo. Il natale è la quintessenza di questo concetto: dona il possesso. Non viene infatti regalato un oggetto utile o spendibile, ma il mero possesso. Il possesso rimane tale anche se l'oggetto è perfettamente inutile.
“Scusa ma perché regali queste cose inutili? É il pensiero che conta.”
Il pensiero evidentemente non conta un cazzo! Altrimenti dalla tua bocca non uscirebbero frasi del genere. Se il pensiero fosse contemplato nel regalo, non si regalerebbero oggetti ma poesie, massaggi, canzoni, quadri, libri. Un pupazzo che pensiero esprime?tenerezza?conforto?a una 23enne?in che modo?


Credo che ci siano troppi modi per poter parlare del natale e troppe posizioni, vedute e aspetti differenti per poter trarre qualche conclusione oggettiva. La cosa migliore sarebbe raccontare una storia più che scrivere un saggio ma non trovo niente di appassionante da raccontare e soprattutto Andre ha iniziato a scriverne in termini generali e io proverò a rispondere a qualche sua provocazione.


Il primo commento riguarda il regalo, considerato ormai simbolo ed essenza del natale, amato da molti, odiato da altrettanti, come il nostro amico Andrea, additato come causa di stress, di falsi rapporti fra le persone e di alimentare la distruzione consumistica del mondo e delle anime.
Parlando al singolare per rivolgermi a tutti, mi piacerebbe molto fare regali quando posso e ne ho voglia, e il natale è un'ottima scusa per farlo, evitando di pensarci troppo.

Concordo sul fatto che acquistare, consumare e possedere oggetti possa eccitare qualcuno ma è un discorso che mi interessa poco, quello che mi preoccupa di più è capire cosa provoca nel mondo questo. A me piacerebbe sapere molto cosa c'è dietro quello che compriamo, se le scarpe appena acquistate sono state fatte a Firenze da una persona conscia del proprio lavoro o da un ragazzino cinese stordito dalla colla che usa. Mi piacerebbe anche che anche i miei e i miei amici facessero queste riflessioni prima di comprarmi qualcosa, ma mi piacerebbe anche che le facessero al mio compleanno e in tutto il resto dell'anno.

A me eccita molto il fatto che qualcuno pensi a me anche in mia assenza, così come mi eccita pensare a qualcun'altro in sua assenza, il regalo può felicemente essere un simbolo di questo. Certo si potrebbero scrivere poesie o dipingere quadri, ma non sempre l'arte passa attraverso questi mezzi, e il fare regali dà molta più liberta al regalante. Oltre al fatto che le persone sono molto più capaci a produrre e fare acquisti che scrivere poesie.
Il senso di farlo tutti nello stesso giorno è utile perchè ognuno si pone come obiettivo di pensare alle altre persone almeno una volta all'anno come una specie di esercizio, in più trovatemi qualcuno che sia più contento di ricevere un regalo che di scambiarlo.

Il pensiero che conta per me è questo e qualche importanza c'è l'ha, in ogni caso credo anch'io che sia un po' poco per giustificare tutta la distruzione portata dai nostri comportamenti.
Credo sia vero che a Natale siamo tutti più cattivi perchè acceleriamo coi nostri comportamenti, e per giunta senza accorgene, processi economici, sociali e ambientali distruttivi per le persone.
Trovo squallido il coinvolgimento esasperato dei bambini in quanto soggetti più deboli e più facilmente manovrabili per ottenere un maggiore consumo.
In più proprio in questo momento la foga per l'acquisto natalizio unita a qualche goccia di pioggia, ad uno sciopero dei mezzi e in particolare alla spiacevole abitudine comune di utilizzare l'automobile in maniera esagerata ha creato un ingorgo difficilmente risolvibile sotto casa mia con contorno di clacson.


Per concludere una piccola storiella:
In un paese scandinavo di cui non farò il nome, è usanza fare una cena di Natale coi colleghi anzichè in famiglia il 25 sera, approfittando del giorno di festa. Poi sappiamo come vanno le cose, un buon piatto, un brindisi in più, a natale siamo tutti più buoni e proprio non riusciamo a dire di no alle proposte dei colleghi e finiamo a letto con qualcuno di loro. Il giorno dopo però siamo un po' meno buoni, non riusciamo a sopportare il fatto che nostro marito o moglie abbia partecipato a questa usanza e chiediamo il divorzio. Questo era diventato un problema tanto grande che il governo aveva commissionato una pubblicità progresso per mettere la gente in guardia del pericolo per la famiglia delle cene natalizie. Da noi invece siccome il problema è opposto viene finanziato addirittura un film per invitare la gente a questi comportamenti.

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