VITA DI STRADA


Che dire? La strada è sempre quella “ coi suoi problemi e coi suoi compromessi/ e che ogni volta non ritrovi mai li stessi”.
Ho vissuto in strada solo per un mese, parcheggiato un po' in giro e molto di più nell'area camper di Pzza d'Armi. La fine dell'estate è un'immagine quasi filosofica di quel posto. I molti turisti scivolano via come le foglie all'arrivo dell'autunno...lasciando sul terreno solo i mezzi di chi ci vive ed alcune carovane di passaggio. Non ho conosciuto i “pochi” di loro. Di sicuro anche per questi temerari non si è trattato di una scelta di vita, ma di una necessità di sopravvivenza. Non ho nessuna legittimità per parlare di cosa sia la vita “in strada”. Per raccontare del senso di precarietà che, piano piano, lascia il posto alla famigliarità degli elementi della città. Per dire di quella strana ricettività che ti fa scoprire aspetti sconosciuti della tua stessa metropoli. Per ricordare quanto sia stressante dover spostare il camper prima di andare al lavoro, e rispostarlo dopo, visto che hanno tentato di aprirtelo. Per raccontare quanto sia divertente lavarsi nelle fontanelle e girare gocciolanti per Borgaro sotto lo sguardo sperduto dei tamarri. Non ho legittimità, non lo farò. Lasciamo questo strano regno “alla puzza di alcol, ai baci e alle canzoni”, ai libri e alle foto, ai racconti e alle menzogne, che queste cose si possono chiudere e riaprire ogni volta che sentiamo il bisogno di qualcosa d'altro.

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